Chi non ha un luogo
fa del desiderio di averne uno il suo vero luogo
Edmond Jabés
Dedicato ad Antonio Neiwiller
Il racconto di Re Tarlo, immaginaria maschera teatrale, si snocciola nello spazio scenico come tra le pareti di una memoria quotidiana e familiare. La madre, il fratello Fonet, gli Zingari compongono il cuore delle sue relazioni trasognate, che scandiscono le alternanze e gli equilibri dei suoi pensieri e dello spettacolo, tra realtà e finzione. Re Tarlo, finalmente trasfigurato nell’attore/burattino di legno, un corpo narrativo in movimento, frutto di una ricerca continua, sogna giustizia e arte. Si destina a una trasformazione permanente, vitale e mortale allo stesso tempo. (Modena, Teatro San Geminiano, novembre 1993)